I laterizi

Arco in laterizio

Lo scavo alla villa di Aiano-Torraccia di Chiusi ha restituito grandi quantità di laterizi, in massima parte da copertura (tegulae ed imbrices), ma anche da costruzione (mattoni, lastre di rivestimento parietale, tubuli fittili ed elementi da conduttura).

Significativo in particolare è stato il rinvenimento in crollo di porzioni degli archi in opus latericium che sostenevano le absidi nord-ovest e nord-est della grande sala triabsidata: si tratta di archi di considerevoli dimensioni, verosimilmente realizzati mediante centina, che impiegano mattoni di almeno sei formati diversi e che testimoniano una notevole capacità tecnica. I moduli di tali laterizi sono in generale riconducibili al sistema metrico romano (fondato sull’unità di misura del piede romano di circa 29,65 cm); il fatto che le misure non sempre siano perfettamente corrispondenti ai formati standard di epoca imperiale (multipli o sottomultipi del pes romanus) conferma come si tratti di strutture edificate in età tardo-antica, epoca nella quale si riscontrano maggiori variazioni nelle dimensioni dei mattoni.

Arco in laterizio

La sistematica spoliazione della villa e la rioccupazione di molti dei suoi ambienti per fini artigianali in epoca alto-medievale ha tuttavia fortemente alterato le dinamiche di crollo delle coperture e delle strutture edilizie: i materiali ascrivibili alle fasi monumentali del complesso residenziale furono in parte recuperati ed impiegati per altri usi, in parte ammassati o ributtati altrove. Frammenti di tegole e di altri laterizi furono così riutilizzati per realizzare nuovi tetti – a copertura dei vari ateliers – ma anche strutture produttive (ad esempio la fornace del vano E), canalette (vestibolo, area 5000 ovest), piani pavimentali (area 4500) e di lavoro (vano L).
Nonostante queste intense attività di riuso e parziale distruzione, il quadro d’insieme dei laterizi rinvenuti restituisce comunque l’immagine di un edificio monumentale di notevole pregio – dotato di un articolato sistema di canalizzazione e di riscaldamento degli ambienti – per la costruzione e la copertura del quale furono necessarie grandi forniture di mattoni di fogge diverse (quadrati, rettangolari e triangolari) e di tegole, nonché maestranze specializzate.

Sara Faralli (archeologa, Università di Firenze)